Fumo e patologie orali: una correlazione da tenere sotto controllo

L’abitudine al fumo è sicuramente uno dei fattori principali di aggressione della nostra salute a 360 gradi. Gli studi condotti nelle diverse discipline della medicina portano tutti alla stessa conclusione: il fumo, anche quello moderato (dalle 5 alle 10 sigarette al giorno), nuoce gravemente alla salute. 

Nel campo di nostra pertinenza, l’odontoiatria, è stata dimostrata la correlazione diretta tra il fumo e lo sviluppo di tumori del cavo orale oltre che dell’aumento della frequenza e gravità delle lesioni cariose e del rischio di insorgenza di malattie parodontali: queste malattie colpiscono in maniera subdola e spesso asintomatica le gengive e i tessuti di supporto dei denti e portano, se non individuate e trattate precocemente, alla riduzione della stabilità dei denti con conseguente mobilità, migrazione e perdita precoce degli elementi che ne sono interessati. 

Il fumo come fattore di rischio per la salute dell’individuo

Secondo l’American Cancer Society attualmente nel mondo ci sono circa 1.2 miliardi di fumatori, metà dei quali muoiono per patologie causate o legate al fumo di sigaretta. Ogni anno il consumo di tabacco è responsabile della morte di circa 3.5 milioni di persone nel mondo.

Secondo i dati ISTAT del 2000 nel nostro Paese i decessi attribuibili al fumo sono stati 81.855, di cui 65.613 maschi e 16.242 femmine 

In Italia, secondo gli studi condotti dalla Fondazione Umberto Veronesi, 

nel 2007 fumavano più di 14 milioni di persone di cui almeno 5 milioni donne. 

Il numero di morti attribuibili annualmente al fumo di tabacco è di circa 90.000 di cui oltre il 25% in età compresa tra i 35 ed i 65 anni. In particolare, è da notare come seppure i fumatori in Italia siano diminuiti di circa il 20% (nel 1980 fumava il 54% degli uomini, nel 1995 il 34%), il nostro paese sia uno di quelli in cui l’abitudine al fumo risulta in costante crescita nella popolazione femminile e, sempre secondo la Fondazione Umberto Veronesi, la prima sigaretta è accesa a soli 11 anni.

Più di un quarto di tutte le forme di cancro sono causate dal fumo: non solo i tumori polmonari, la cui insorgenza è connessa per il 90% a questa abitudine, ma anche i tumori dell’esofago, laringe, corde vocali, vescica, pancreas, rene, stomaco, sangue (leucemia mieloide).

Al fumo sono inoltre connesse alcune gravi patologie cardio-cerebro-vascolari, quali l’infarto miocardico e gli ictus trombo-embolici, oltre naturalmente le malattie croniche dell’apparato respiratorio come l’asma e l’enfisema. 

A questi si sommano altri danni a livello di estetica personale, quali l’ingiallimento dentale, alitosi e l’invecchiamento precoce della pelle.

Il fumo come fattore di rischio per la salute dei denti e delle gengive.

Dal 1950 ad oggi sono comparsi nell’ambito della letteratura internazionale una serie di lavori scientifici che hanno chiaramente identificato il fumo come fattore di rischio per l’insorgenza delle malattie che interessano i tessuti di sostegno dei denti (malattie parodontali). Nel 1999, l’American Academy of Periodontology ha espresso chiaramente la sua posizione evidenziando come il fumo di tabacco sia in grado di influire sulla insorgenza e la progressione delle diverse forme di malattie parodontali. Sono state infatti osservate maggiori profondità di sondaggio con perdita di attacco e di osso di supporto in soggetti fumatori rispetto ai non fumatori. Inoltre la risposta alle varie terapie era influenzata negativamente dalla presenza del fumo di sigaretta. 

Nei pazienti fumatori anche gli impianti dentali osteointegrati sono più colpiti da malattie che causano la riduzione del tessuto osseo peri-implantare e di conseguenza una loro più frequente perdita precoce.

Per questi motivi, sostiene il Dr Gatto, titolare dello studio Charisma di Cuorgnè, tutti noi che lavoriamo qui in studio, medici, igieniste, assistenti e perfino il personale di ufficio, siamo attivamente impegnati in prima persona ad informare i nostri pazienti fumatori sui gravi effetti negativi che tale abitudine è in grado di causare e ad aiutarli affinché decidano di smettere.

La cura dei pazienti fumatori richiede, pertanto, una maggiore attenzione rispetto a quella riservata ai non fumatori. Molto importante è lavorare, come sottolineato prima, sulla informazione del paziente e sulla prevenzione prima ancora che sulla terapia.

I nostri pazienti fumatori, soprattutto quelli più suscettibili alla malattia parodontale, vengono scrupolosamente istruiti e motivati a mantenere un adeguato livello di igiene orale domiciliare e sono sottoposti ad un regime di controlli e richiami per l’igiene professionale in studio con una frequenza che, a secondo dei casi, può variare dai 3 ai 4 fino al massimo ai 6 mesi.

Nella nostra attività ci occupiamo da sempre della prevenzione e della cura delle malattie parodontali ed io ed uno dei colleghi che collaborano in questo studio, conclude il Dr Gatto, siamo soci da circa 20 anni di una delle società scientifiche più prestigiose del mondo, la SIdP (Società Italiana di Parodontologia ed Implantologia), della quale siamo, nella nostra area ( Cuorgnè, Rivarolo ed alto Canavese) gli unici professionisti di riferimento (https://www.gengive.org/)